Lavoro
Webinar gratuito: Come rimanere competitivi nell'era dell'Intelligenza Artificiale
La digitalizzazione delle imprese attraverso le misure del PNRR
Le novità per la formazione di Cigs, Naspi e GOL con la nuova Manovra 2022
Il trucco per il successo? Ce lo svela Robert Jhonson, il coach degli imprenditori vincenti
L’HR manager conosce bene la scena: processo di selezione lungo, candidato ideale individuato e... alla fine rifiuta la proposta. Secondo Trevisearch, fino al 30 % dei percorsi di selezione termina con il rifiuto dell’offerta e 1 su 10 candidati revoca l’accettazione prima di iniziare. I motivi? Innanzitutto la discrepanza tra aspettative e realtà: salari al ribasso, assenza di smart working, scarse prospettive di crescita e stili di leadership incompatibili. Seguono motivi personali (famiglia, distanza, esigenze di work-life balance), la paura di cambiare in un contesto economico incerto, il potere contrattuale dei profili digitali (che ricevono molte offerte) e, non ultimo, l’eccessiva lunghezza dei processi di selezione.
La survey Fòrema conferma che la retribuzione è al top tra i motivi di rifiuto: quasi l’80% dei giovani colloca lo stipendio tra le prime priorità, e la stampa italiana segnala che circa 1/3 rifiuta offerte perché “lo stipendio non basta” e le spese per l’affitto o la benzina superano il guadagno. Ma non è l’unico fattore. La mancanza di flessibilità pesa altrettanto: l’88 % dei giovani sarebbe disposto a tagliare una parte del salario pur di lavorare in modalità ibrida, mentre solo il 19 % delle aziende dichiara di offrire smart working strutturato. Anche la trasparenza gioca un ruolo decisivo: più della metà dei candidati segnala la mancanza di feedback e di chiarezza sul compenso come principale “red flag”.
Cosa fare, allora? L’offerta economica deve essere in linea con il mercato ma non basta: occorre dichiarare in anticipo il range retributivo, spiegare le tecnologie e i progetti su cui si lavorerà, garantire processi di selezione veloci (sotto i 30 giorni) e costruire un employer brand che valorizzi flessibilità, formazione e leadership inclusiva. Citando Chiara Rossetto delegata all’area Education di Confindustria Veneto Est: «Se impieghiamo mesi per decidere, i candidati migliori se ne sono già andati. La velocità non è un lusso, è un requisito di competitività».
Tutti i dati e i trend nel report completo “Giovani, Tecnologia e Mismatch nel Nordest”: