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La digitalizzazione delle imprese attraverso le misure del PNRR

Il sistema produttivo italiano presenta un forte ritardo nel grado di digitalizzazione delle PMI, per questo motivo il PNRR recentemente approvato si focalizza sugli investimenti tecnologici a favore delle imprese

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il programma di investimenti diviso in 6 missioni principaliche l'Italia intende avviare, da qui al 2026, per risollevare l’economia interna dalla crisi provocata dalla pandemia da Coronavirus. 

Le risorse del PNRR relative alla digitalizzazione del sistema produttivo sono pari 30,5 miliardi di euro articolati nelle due componenti della Missione 1 dedicata alla Digitalizzazione del Paese e contenute nel capitolo “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo“, che si pone l’obiettivo di ridurre i divari strutturali di competitività, produttività e digitalizzazione.

Il nostro Paese occupa la 25esima posizione in Europa per grado di digitalizzazione. Questo ritardo è dovuto principalmente a fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate, come ad esempio le tecnologie cloud. A questo si aggiunge un calo della produttività nell’ultimo ventennio, a fronte della crescita registrata nel resto d’Europa, causato spesso da un basso livello di investimenti in digitalizzazione e innovazione, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese.

Si comprende come il PNRR preveda significativi interventi trasversali ai settori economici come l’incentivo degli investimenti in tecnologia (Transizione 4.0), ricerca e sviluppo e l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale. Ci sono anche misure specifiche per la trasformazione delle piccole e medie imprese: supporto dei processi di internazionalizzazione (posizionamento del Made in Italy) e della competitività delle filiere industriali, focus specifico su quelle più innovative e strategiche, copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga (fibra FTTH, FWA e 5G) e naturalmente la transizione sostenibile.