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Il futuro dell’industria europea si gioca oggi, nella convergenza tra decarbonizzazione, competitività e semplificazione normativa.
Lo ha confermato il recente Consiglio Competitività del 12 marzo, dove i ministri dell’Industria dei 27 Stati membri hanno discusso di CBAM, automotive, Clean Industrial Deal e semplificazioni legislative.
Dietro alle dichiarazioni politiche si cela un cambio di passo operativo: le imprese devono prepararsi ora a nuovi obblighi, nuove metriche e nuovi rischi competitivi.
La Commissione Europea ha ribadito una visione chiara: la crescita economica passa dalla transizione verde. Settori strategici come automotive, acciaio, chimica saranno al centro di interventi mirati. Il piano richiama l’urgenza di investire su:
Infrastrutture energetiche e reti elettriche;
Tecnologie a basse emissioni (inclusi biocarburanti e idrogeno);
Valorizzazione dell’intera catena del valore.
Il sistema industriale italiano, in particolare quello manifatturiero, è direttamente coinvolto.
L’Italia ha chiesto una revisione anticipata del meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), prima del 2026, con l’obiettivo di:
Estendere l’applicazione ai prodotti trasformati (downstream);
Contrastare fenomeni elusivi come il resource shuffling;
Integrare misure di tutela per gli esportatori;
Rafforzare la coerenza con le regole WTO.
È stato confermato che la Commissione pubblicherà una proposta di revisione nella seconda metà del 2025. Questo impone alle aziende un’attività di monitoraggio puntuale dei flussi di emissioni incorporate nelle importazioni, ma anche tracciabilità e coerenza nei dati ambientali di prodotto.
Nel contesto critico della transizione, l’industria automobilistica europea ha ottenuto l’avvio di un Piano d’Azione europeo, che include:
Flessibilità sugli standard CO₂ 2025-2027 (possibile estensione a 5 anni);
Riconoscimento di carburanti alternativi (biocarburanti e idrogeno);
Inclusione della neutralità tecnologica come principio guida.
Un cambio di rotta rilevante che apre spazio a strategie di sostenibilità più articolate, soprattutto per le PMI dell’indotto automotive.
La semplificazione normativa è un altro pilastro strategico discusso. I pacchetti Omnibus mirano a:
Snellire la normativa ESG, ambientale e sugli appalti pubblici;
Evitare doppie regolazioni (gold-plating);
Garantire coerenza nella rendicontazione (es. CSRD) e nella due diligence (CSDDD).
L’Italia ha sostenuto la necessità di proteggere le PMI ad alta crescita e semplificare la documentazione tecnica, senza sacrificare qualità normativa.
Fòrema, società di formazione e consulenza di Confindustria Veneto Est, è il partner tecnico delle imprese che vogliono trasformare gli obblighi ambientali in opportunità strategiche.
1. CBAM e Carbon Footprint di prodotto
Analisi delle emissioni incorporate nei beni importati;
Supporto alla rendicontazione transitoria e futura;
Mappatura dei rischi di rilocalizzazione industriale e filiere a rischio;
Integrazione con ETS e strategie ESG.
2. Supporto alla compliance ambientale e normativo-strategica
Preparazione al Clean Industrial Deal con roadmap di decarbonizzazione;
Valutazione impatti del CBAM sulle filiere internazionali;
Sviluppo di strategie low-carbon integrate.
3. Bilancio di sostenibilità e CSRD
Percorsi di adeguamento alle norme CSRD e CSDDD;
Doppia materialità, LCA, e report ESG certificabili;
Formazione e sviluppo di competenze chiave interne.
4. Formazione tecnica e manageriale mirata
Webinar e academy per aggiornamento continuo su:
CBAM, ETS, Circular Economy, Green Claims, Tassonomia UE;
Transizione dell’automotive e settori energivori;
Semplificazioni legislative per PMI.
Il 2025 sarà l’anno del consolidamento delle regole, ma le imprese devono partire oggi.
Scrivici a sostenibilita@forema.it per una sessione di orientamento gratuita su CBAM, strategia ambientale e rendicontazione ESG.
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