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Gender gap in Italia: la lunga strada verso la parità di genere

Servono nuovi modelli organizzativi e di business. Un’indagine Fòrema per identificare i fattori critici nel nostro territorio. Il Global Gender Gap Report, è la relazione annuale del World Economic Forum nella quale sono riportati e analizzati i dati relativi al divario di genere di circa 150 paesi del mondo, basati su criteri economici, politici, educazione e salute.

Il report fornisce una classifica dei paesi, offrendo un confronto efficace sia tra regioni che gruppi di reddito nel tempo e permette di valutare a che punto siamo nella strada verso la parità di genere.
L’attenzione verso questo tema non è dovuta solo per motivi etici di rispetto dei diritti umani, ma è legata anche a motivazioni più concretamente economiche e sociali: l’analisi comparata delle performance di diversi sistemi paese,
mostra che quanto più una società tende all’uguaglianza di genere, tanto più migliora il grado di innovazione, attrattività e competitività. Lo attestano anche le ultime correlazioni studiate dalle Nazioni Unite (Human Development Reports 2017) e dallo European Innovation Scoreboard 2018.

Fonte: Rielaborazione su United Nations - Human Development Reports 2017 e Commissione Europea - European Innovation Scoreboard 2018

Gender Equality Index, Human Development Index, European Innovation Scoreboard: ranking e punteggi comparati
Come è possibile evincere dai dati riportati in questa tabella, una rielaborazione a partire dalle due fonti citate sopra che prende in considerazione le grandi potenze economiche mondiali e i paesi europei, nonostante le buone performance generali, il tasso di inclusione economica delle donne (mostrato dall’indicatore “Partecipazione ed opportunità economiche) è ancora il punto più debole di diversi sistemi sociali.
In generale, poi, l’Italia si trova in una posizione molto arretrata nel ranking assoluto, addirittura al di sotto della media mondiale, il che significa che c’è ancora molta strada da percorrere per il nostro paese.
Ci sono anche dati nazionali e locali che confermano la situazione: Veneto Lavoro e la Consigliera di Parità Regionale (organo regionale che promuove l’uguaglianza di genere) indicano che persiste una disuguaglianza di fondo tra uomini e donne, che si traduce in un minor tasso di occupazione (-8% rispetto a quella maschile), disparità nelle tipologie contrattuali (45,8% con part time), la concentrazione dell’impiego in settori specifici quali i servizi e il commercio, livelli retributivi più bassi a parità di mansione.
Ma le istituzioni locali possono giocare un ruolo importante per la riduzione del gender gap: ad esempio la Regione Veneto promuove servizi e percorsi formativi rivolti alle aziende per combattere i fattori che generano discriminazione di genere. Se infatti queste sono dovute ancora molto spesso da pregiudizi culturali o al peso dalla tradizionale assegnazione alla donna delle cure della famiglia, è vero anche che molto spesso nelle aziende mancano modelli organizzativi o contrattuali che valorizzino il potenziale delle persone e delle competenze di cui sono portatrici.
Anche il nostro gruppo ha deciso di fare la sua parte promuovendo un’indagine online per identificare i fattori critici su cui intervenire e costruire assieme alla business community efficaci proposte di intervento.