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La riforma delle politiche attive del lavoro: novità per disoccupati, giovani e donne

Nella riforma delle politiche attive del lavoro è centrale il nuovo strumento per l’occupabilità dei lavoratori che punta alla formazione. Novità per beneficiari di Naspi, Neet e donne svantaggiate

La riforma delle politiche attive del lavoro porta con sé delle novità per disoccupati, donne, giovani, ma anche per over 55.

Il governo insieme alle parti sociali ha condiviso le linee di riforma delle politiche attive che si accompagna a quella degli ammortizzatori sociali. 

Nella bozza della riforma delle politiche attive del lavoro, uno degli elementi centrali del PNRR, appare il GOL, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, uno strumento dal valore di 4,9 miliardi.

Il GOL, che si rivolge a diversi beneficiari e si articola in 5 percorsi, si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 3 milioni di persone, come da accordi con l’Europa. 

Lo strumento che si rivolgerà, come incentivo all’occupabilità e alla formazione, si rivolgerà più nello specifico a:

  • lavoratori in cassa integrazione;
  • disoccupati che prendono Naspi e DIS-COLL;
  • lavoratori fragili o vulnerabili tra cui troviamo i Neet (giovani disoccupati che non hanno un lavoro, non studiano e non lo cercano), donne svantaggiate e over 55.
  • i working poor, vale a dire disoccupati senza un sostegno, quindi in condizioni di povertà.

La riforma delle politiche attive del lavoro attraverso il GOL si pone l’obiettivo ambizioso di formare e reinserire nel mondo del lavoro moltissime persone.

Il GOL infatti si rivolge anche ai beneficiari del reddito di cittadinanza perché si vuole puntare a risolvere alcune problematiche della misura che riguardano proprio le politiche attive del lavoro. La riforma infatti è strettamente legata al reddito. 

Il GOL prevede diversi percorsi di formazione che terranno conto della tipologia di beneficiari:

  • resinserimento lavorativo per coloro che sono più facilmente occupabili;
  • aggiornamento con l’obiettivo di migliorare le competenze attraverso la formazione;
  • riqualificazione, con un percorso formativo più solido per chi risulta più difficilmente occupabile (almeno 300 ore di formazione);
  • lavoro e inclusione coinvolgendo la rete di servizi territoriali che spaziano da quelli educativi a quelli sanitari;
  • ricollocazione collettiva per le crisi aziendali

Lo strumento per le politiche attive del lavoro sarà attivo entro Dicembre 2021.