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L'Unione Europea ha stabilito una scadenza: entro giugno 2026, il modo in cui le aziende gestiscono gli stipendi cambierà per sempre. Non si tratta di una "normetta" in più per l'ufficio del personale, ma di una vera e propria rivoluzione che impatterà su come si cerca, si assume e si retribuisce il talento. Ecco cosa devi sapere (e perché il tempo stringe).
Da decenni, il principio della "parità retributiva per stesso lavoro o lavoro di pari valore" è una bella idea scritta sulla carta, ma che fa fatica a tradursi in realtà. I dati, purtroppo, lo confermano: secondo Eurostat, in Europa le donne guadagnano in media tra il 12% e il 12,7% in meno degli uomini.
In Italia, il divario orario "ufficiale" sembra più contenuto (attorno al 5-7%), ma è un dato ingannevole: il problema vero sta nella minore partecipazione femminile al lavoro, nelle carriere più frammentate e nelle quote più alte di part-time, che si traducono in redditi annui e pensioni drasticamente più basse per le donne.
L'Unione Europea ha identificato uno dei maggiori colpevoli di questa situazione: la mancanza di trasparenza. Se non si sa quanto guadagnano gli altri, è quasi impossibile capire se si è vittime di discriminazione e, di conseguenza, chiedere ciò che è giusto.
Per questo motivo, è stata approvata la Direttiva UE 2023/970 sulla trasparenza retributiva, che non è un invito, ma un obbligo che cambierà in modo strutturale le policy aziendali in Europa entro giugno 2026. Per il reparto HR (Human Resources) e per le Direzioni del Personale, in particolare nelle aziende con strutture più complesse, non è un semplice adempimento, ma un vero e proprio cambio di paradigma che tocca il cuore dei processi aziendali.
La Direttiva introduce misure precise e vincolanti che riguardano ogni fase del rapporto di lavoro, dal colloquio al licenziamento. È il momento di dire addio al "segreto salariale".
Fascia Salariale in Annuncio: Diventa obbligatorio indicare la retribuzione iniziale o la fascia salariale prevista già negli annunci di lavoro o comunque prima di procedere al colloquio.
Storia Retributiva Vietata: Non sarà più possibile chiedere ai candidati quale fosse il loro stipendio attuale o passato. L'obiettivo è prevenire che un'eventuale precedente sotto-retribuzione si trascini anche nel nuovo impiego.
Annunci Neutri: I job title e i contenuti degli annunci dovranno essere formulati in modo neutrale rispetto al genere, favorendo la parità di accesso.
Una volta assunti, i dipendenti ottengono diritti di informazione molto più ampi:
Chiedere Informazioni: I lavoratori avranno il diritto di chiedere e ricevere informazioni sulla propria retribuzione individuale e sui livelli retributivi medi, suddivisi per genere, dei colleghi che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore.
Criteri Chiari: Le aziende saranno obbligate a rendere accessibili a tutti i dipendenti i criteri oggettivi e neutrali con cui vengono definiti stipendi, avanzamenti di carriera e aumenti.
Clausole Nulle: Le clausole contrattuali che vietano ai dipendenti di parlare del proprio stipendio o di quello dei colleghi (il cosiddetto "segreto salariale") saranno considerate nulle.
Il cuore della Direttiva per le aziende più grandi è l'obbligo di rendicontazione periodica sul divario retributivo di genere.
Chi deve fare Report: Tutte le imprese con almeno 100 dipendenti. La frequenza del report (annuale o triennale) dipenderà dalle dimensioni aziendali.
La Soglia di Allarme: Se l'analisi rivela un divario retributivo medio tra lavoratori e lavoratrici superiore al 5% in una qualsiasi categoria professionale e questo divario non è giustificato da criteri oggettivi e neutrali (come esperienza o performance), l'azienda è costretta ad agire.
Piano di Correzione: In questo caso, scatta l'obbligo di condurre una valutazione congiunta delle retribuzioni con i rappresentanti dei lavoratori e di elaborare un piano di correzione per eliminare le disparità.
La Direttiva introduce anche strumenti legali più forti per chi subisce una discriminazione.
In caso di contenzioso legale, l'onere della prova si inverte: non sarà più il lavoratore a dover dimostrare di essere stato discriminato, ma spetterà al datore di lavoro dimostrare di non aver violato il principio di parità retributiva. Sono inoltre previste sanzioni e multe "dissuasive" per chi non rispetta gli obblighi di trasparenza o parità.
Nonostante la scadenza sia fissata per il 2026, il tempo per prepararsi non è molto. Le indagini tra le aziende europee mostrano un divario netto:
Circa il 53% delle aziende sta già pensando a come adeguarsi al futuro livello di trasparenza (Fonte: KPMG Reward Trends Survey 2024).
Allo stesso tempo, un report della Conference Board evidenzia che ben il 41% dei grandi datori di lavoro europei non ha ancora iniziato alcuna preparazione.
Il punto chiave è che il driver della trasparenza non è solo la legge, ma anche le aspettative dei dipendenti, in particolare le nuove generazioni (Millennial e Gen Z), che considerano la fair pay e l'equità un elemento irrinunciabile.
La morale per chi gestisce le Risorse Umane è chiara: chi aspetta il recepimento nazionale della Direttiva rischia di trovarsi a rincorrere, sotto la pressione di audit, richieste dei lavoratori e potenziali tavoli sindacali.
Se gestita strategicamente, la trasparenza retributiva può trasformarsi in un potente alleato:
Rafforza la Meritocrazia: Offre chiarezza sui criteri di progressione, aumentando la fiducia interna.
Riduce il Turnover: I dipendenti che percepiscono equità sono più fedeli e motivati.
Pilastro ESG e Branding: Diventa un elemento centrale dell'agenda ESG (Environmental, Social, Governance) e un fattore decisivo per l’employer branding, essenziale in territori ad alta competitività industriale come il Veneto.
Per accompagnare HR manager e Direzioni del Personale in questo percorso di adeguamento, Fòrema, in collaborazione con Confindustria Veneto Est, ha realizzato una Guida completa e pratica alla Direttiva UE 2023/970.
All’interno della Guida troverai:
Una spiegazione chiara degli obblighi per le imprese italiane.
Focus su soglie e scadenze.
Check-list operative per l'ufficio HR.
Indicazioni pratiche su audit retributivo, job evaluation e governance interna.
Non aspettare che la legge ti colga impreparato. Scarica gratuitamente la Guida completa Fòrema e inizia a costruire ora il tuo piano di adeguamento alla trasparenza retributiva.