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L’impresa sostenibile - quando intelligenza, perseveranza ed etica fanno la differenza

IL CONTESTO ATTUALE 
La sostenibilità sta diventando un elemento centrale per le imprese più lungimiranti. Alcuni esempi: 

  • La sostenibilità è il nuovo standard di investimento per BlackRock, la più grande società di investimenti al mondo con un patrimonio investito di oltre 700 Mld di dollari. 
  • Lo scorso mese di agosto i principali brand della moda hanno firmato il “Fashion Pact” per la difesa dell’ambiente, con l’impegno ad intervenire in tre ambiti: clima, biodiversità e oceani. 
  • I rischi ambientali sono per le imprese quelli più probabili ed a maggior impatto per il proprio business (World Economic Forum – Global Risk Report 2020). 
  • Il Green Deal dell’Unione Europea intende azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050. 

DOBBIAMO INTERESSARCI ALLA SOSTENIBILITÀ? MEGLIO DI SÌ 

Nulla impedisce di pensare che BlackRock si interessi solo alle multinazionali globali, che i brand della moda non incideranno su processi organizzativi e network di fornitura in nome della sostenibilità, che i rischi ambientali siano tutti da dimostrare e che il 2050 sia molto lontano. 

Ritenere, tuttavia, che i nostri sistemi d’impresa siano al riparo da queste tendenze e dalle loro implicazioni può rivelarsi molto rischioso. 
Le iniziative che si avviano nelle punte avanzate dei network di fornitura si riflettono sempre più rapidamente sulle imprese che ne fanno parte. E le nostre imprese sono spesso elementi rilevanti di questi network globali. 
Un approccio adattivo intelligente e tempestivo può consentire di anticipare e gestire i rischi di questo contesto; meglio ancora, un approccio propositivo e strutturato può permettere un salto di qualità e di cogliere opportunità di differenziazione rispetto ai concorrenti. L’importante è non farsi trovare impreparati. 

CHE COSA STA GIA’ ACCADENDO? 
Le imprese leader tendono a minimizzare i rischi reputazionali, strategici ed operativi insiti in catene di fornitura articolate e geograficamente disperse. 
Definiscono articolate griglie di valutazione per selezionare i fornitori o per assegnare loro commesse e progetti. Impiego di risorse naturali, gestione degli impatti ambientali, sicurezza e salute dei lavoratori, etica dei comportamenti sempre più frequentemente appaiono all’interno di queste griglie e contribuiscono per una parte non marginale al punteggio finale. Non era così fino a poco tempo fa. 
Audit sul campo secondo standard internazionali, analisi chimico-fisiche, complessi capitolati, questionari, richiesta di certificazioni ambientali e sociali sono sempre più frequenti.

GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE 
Il soddisfacimento di questi requisiti consente di entrare nel gruppo dei fornitori selezionati; difficilmente consente di distinguersi rispetto ai concorrenti. 
Vi sono altri strumenti che si affiancano e permettono più agevolmente ad un’impresa di mettersi in luce. Nel seguito alcuni di questi: 

  • Life cycle assessmenti (LCA), una metodologia che consente di valutare gli impatti ambientali di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, di poter applicare i principi dell’eco-progettazione e di comunicare queste competenze ai clienti 
  • Certificazioni ambientali di prodotto quali Carbon Footprint of Product (CFP), Environmental Product Declaration (EPD), Ecolabel europea, Blue Angel che, in funzione della loro natura, permettono di evidenziare l’eccellenza delle prestazioni ambientali di un prodotto o la consapevolezza degli impatti ambientali di un prodotto in vista di una loro riduzione 
  • Bilancio di sostenibilità che trasmette un’idea complessiva di strategie, progetti e competenze di un’azienda, andando oltre il bilancio civilistico che rischia di registrare principalmente gli esiti di scelte passate 
  • Materiality analysis e stakeholder engagement consentono di identificare e comprendere in modo strutturato le aspettative degli stakeholder di un’azienda (personale, clienti, fornitori, …) ed esplicitarle all’interno degli obiettivi aziendali 

LA FORMAZIONE CHIAVE DI VOLTA PER UN SALTO EVOLUTIVO 
La sostenibilità implica un cambio di paradigma, del modello di riferimento in cui si collocano le scelte aziendali di fondo. 
Alle imprese è chiesto di essere protagoniste di un modello di crescita in cui coesistono e si alimentano reciprocamente redditività degli investimenti, inclusione sociale e territoriale, salvaguardia delle risorse naturali. 
Un cambiamento che non può prescindere dalle persone, cardini dei processi di innovazione organizzativa e tecnologica che caratterizzano i modelli d’impresa in cui la sostenibilità è centrale. 
Una formazione che consenta loro di conoscere, comprendere e sperimentare metodi e tecniche disponibili nella cassetta degli strumenti della sostenibilità. 
Con la capacità di inquadrarli ed adattarli ai propri contesti aziendali, perché possano trovare effettiva applicazione. Anche sbagliando, ma con la capacità di imparare dagli errori e migliorare. 
E qui diventano importanti anche percorsi di sensibilizzazione dei vertici aziendali affinché possano familiarizzare con questi temi e divenire, di conseguenza, i veri motori di uno sviluppo aziendale all’insegna della sostenibilità. 

DUE CONSIDERAZIONI FINALI PROVVISORIE 
La sostenibilità è un viaggio, un percorso che un’impresa condivide con i suoi stakeholder, in particolare il proprio personale ed i clienti. 
Un viaggio che aiuta a vedere i fenomeni aziendali da più prospettive, arricchendo le opzioni a disposizione di un’azienda. 
Si è percepiti come un interlocutore credibile e affidabile, non rischioso, propositivo; con cui è possibile impostare una relazione a lungo termine, una relazione di partnership, non di semplice scambio. 
La sostenibilità diviene quindi una base per costruire ed alimentare rapporti duraturi con gli stakeholder di un’azienda e favorirne lo sviluppo nel medio e lungo termine.

 

Guido Zilli
Manager Sostenibilità e Comunicazione – Dani Spa

 

 




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