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Nella nuova Legge di Bilancio Non sono incluse le misure che le imprese si sarebbero aspettate nell’ambito di Transizione 4.0: con l’anno nuovo le aliquote non ritoccate risultano ridotte come da norme originarie, ma già si parla di una revisione della misura con nuove misure disponibili.
Misure per la digitalizzazione quasi del tutto assenti nella bozza di Legge di Bilancio: con la necessità di fare fronte all’impegno necessario per contrastare il “caro energia”, non sono presenti quelle disposizioni che ci si sarebbe attesi di trovare per la piena realizzazione del piano ex Industria 4.0. Da gennaio 2023, le aliquote risulteranno, come da normativa originaria, ridotte se non dimezzate. Il credito di imposta Formazione 4.0 non è stato inoltre rinnovato, così come non è stata rifinanziata la Nuova Sabatini. Viene invece previsto un fondo per la digitalizzazione dell’agricoltura e risultano rifinanziati i contratti di sviluppo.
Il Ministero del Made in Italy pur riconoscendo la rilevanza e l’utilità per il sistema produttivo del sistema dei crediti d’imposta 4.0, ha evidenziato come le imprese si siano sinora concentrate nell’utilizzare le strategie innovative prevalentemente per rinnovare i macchinari, trascurando nella maggior parte dei casi i correlati aspetti immateriali derivanti dalla potenza di calcolo, dalla connettività, dal cloud computing per centralizzare le informazioni e la loro conservazione, dalla capacità di estrarre valore dai dati raccolti, dalla cybersecurity, tuttavia si attendono delle integrazioni alla manovra più inclusive rispetto ai temi di generazione del valore prodotti dalla digitalizzazione e dall’innovazione.
Di seguito, riportiamo le misure che saranno operative dal prossimo gennaio.
Non sono previste proroghe delle aliquote attualmente riconosciute per il credito di imposta Industria 4.0 e destinate a ridursi. Per il 2023, infatti le stesse aliquote scenderanno:
• dal 40% al 20% per investimento fino a 2,5 milioni di euro;
• dal 20% al 10% per la quota di investimento fino ai 10 milioni di euro;
• dal 10% al 5% per la quota di investimento fino ai 20 milioni di euro.
Allo stesso modo, per il software 4.0 gli investimenti sino ad 1 milione di euro saranno beneficiati con una aliquota del 20 per cento rispetto all’attuale 50 per cento.
Nessun rifinanziamento invece per il credito formazione 4.0, la misura è funzionale a migliorare le competenze del personale con corsi di formazione sulle tecnologie abilitanti 4.0
Analogamente nessun ulteriore finanziamento previsto per la nuova Sabatini, e cioè per la misura finalizzata a sostenere gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese per l’acquisto di beni strumentali.
Viene introdotto invece un Fondo per l’innovazione in agricoltura, con una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025: il fondo è destinato a favorire lo sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, pesca e acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché l’utilizzo di sottoprodotti.
Questo strumento costituiscono la principale misura nazionale di sostegno alla realizzazione di grandi investimenti e per l’attuazione delle politiche industriali nazionali (investimenti di importo superiore a 20 milioni di euro). La loro gestione è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia. I Contratti di sviluppo, operano su tre direttrici principali, sostenendo: