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La fabbrica intelligente, figlia della quarta rivoluzione industriale, ridisegna l’azienda come un nuova organizzazione dei processi che soddisfa più in profondità le esigenze e le richieste individuali dei clienti, così da garantire alti livelli di flessibilità.
Come ci hanno insegnato gli ultimi 100 anni di storia industriale, il cliente è il nostro proprietario, quindi più ne soddisfiamo i bisogni espliciti, impliciti e latenti, più riusciamo a rafforzare il legame con il mercato e garantire la nostra profittabilità.
Diventano quindi centrali sia la qualità di prodotto che l’efficienza del processo. Ma non basta più. Bisogna considerare i nuovi bisogni di sostenibilità, declinata in modo pratico e reale: ambientale, sociale ed economica. Ecco che l’efficienza dei processi diventa la base per la tenuta degli impatti ambientali ed energetici, la ricerca e sviluppo guarda all’ecoinnovazione e la sostenibilità non è solo più economica ma diventa anche sociale. Se dovessi elencare gli ingredienti di una smart factory , molti sarebbero puramente tecnologici e relativi alla connettività degli impianti e all’utilizzo dei dati come fonte di informazioni per prendere decisioni in tempo reale o addirittura in modo predittivo.
Facciamo assieme un passo in più: pensiamo una fabbrica Smart e Sostenibile.
Torniamo per un momento alla sfida posta dall’economia circolare e immergiamoci nella sostenibilità di prodotto e di processo. Se vediamo tutti questi concetti collegati, capiamo che la grande tela su cui poggiano è il vantaggioso bilancio costi/benefici che un approccio sostenibile dà a ciascuna azienda che lo declina in modo reale e operativo.
In che modo? Dando evidenza, in ciascun processo aziendale, di alcuni aspetti ambientali ed energetici, etici e sociali, economici e innovativi, in modo strutturato.
Faccio un esempio: la responsabilità sociale in questi giorni è implicitamente al centro dei pensieri di molti imprenditori che si stanno interrogando sull’andamento del 2020 in relazione alle cambiate condizioni delle ultime settimane. La conferma degli obbiettivi definiti nel 2020 o la loro armonizzazione sarà determinante per la definizione delle azioni da compiere nei prossimi mesi. Nessun imprenditore rimane ad aspettare, in attesa di vedere come si evolve. Ciascuno penserà a come reagire a seconda dei possibili scenari. Questa tensione alla continuità aziendale, è anche declinabile come responsabilità sociale, perché è fortemente radicato nei nostri imprenditori l’importanza sociale che la propria azienda ha, nei confronti delle famiglie dei propri lavoratori e del territorio che la ospita.
Pensiamo alla catena di fornitura, pensiamo all’impatto energetico dei processi produttivi, ecc… ottimizzare operativamente questi aspetti, vuol dire abbattere costi e ridurre gli impatti ambientali. E’ un doppio vantaggio.
La mia posizione di interlocutore di colleghi competenti e di specialisti di queste tematiche mi pone sicuramente in una situazione di privilegio, che come Fòrema voglio condividere nei nostri webinar, per aprire un dialogo che arricchisca il nostro tessuto di nuova consapevolezza.
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