Lavoro
La digitalizzazione delle imprese attraverso le misure del PNRR
Le novità per la formazione di Cigs, Naspi e GOL con la nuova Manovra 2022
Il trucco per il successo? Ce lo svela Robert Jhonson, il coach degli imprenditori vincenti
Gender gap in Italia: la lunga strada verso la parità di genere
A partire da domenica primo ottobre, l'Unione Europea avvierà la fase di test del tanto discusso CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism); la fase transitoria durerà fino a fine 2024 e non sarà ancora applicato il dazio sulla CO2 , per dare agli Stati membri dell’UE il tempo di adottare nuove politiche volte a far rispettare il regolamento. Nella fase transitoria il CBAM verrà applicato solo sotto forma di obbligo di comunicazione. Ciò significa che gli importatori di beni che rientrano nei settori chiave del cemento, il ferro, l'acciaio, l'alluminio, i fertilizzanti, l'elettricità e l'idrogeno dovranno segnalare le emissioni di gas serra (GHG) incorporate nelle loro importazioni (emissioni dirette e indirette), senza effettuare alcun pagamento finanziario o aggiustamento.
Nel 2025 verrà gradualmente introdotto il meccanismo permanente che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026: gli importatori dovranno dichiarare ogni anno la quantità di beni importati nell’UE nell’anno precedente e i relativi gas serra incorporati. In seguito, consegneranno il numero corrispondente di certificati CBAM che avranno un costo basato sul prezzo medio settimanale d’asta delle quote EU ETS espresso in €/tonnellata di CO2 emessa.
Questo ambizioso obiettivo è parte integrante degli sforzi dell'Unione Europea per raggiungere gli obiettivi previsti nel suo Green Deal, una strategia ambiziosa e globale per combattere il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità. Il meccanismo è stato concepito anche per scoraggiare le delocalizzazioni, un fenomeno in cui le aziende trasferiscono la loro produzione in paesi con normative ambientali meno stringenti. Con la carbon tax alle frontiere, l'UE spera di incoraggiare le imprese a mantenere la loro produzione all'interno dei confini dell'Unione, contribuendo così a ridurre le emissioni globali di carbonio.
Restate sintonizzati per ulteriori sviluppi su questo tema cruciale per il futuro del nostro pianeta e contattate la nostra area sostenibilità per scoprire i nostri servizi di carbon footprint per le aziende.
Per maggiori informazioni sui nostri servizi in ambito transizione energetica e sostenibilità contatta il nostro Ing. Marco Vesentini, Energy Specialist: