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Dall’officina del bisavolo lungo la strada alla rete di distributori di benzina che sono “aree di servizi” per i manager di passaggio, con tanto di hotel e ristorazione con stile ispirato a Starbucks e Mcdonald's. Sta dentro questo cambiamento nel modello di business l’evoluzione della storia aziendale della famiglia Dalla Bernardina, che nel Veronese opera nel settore dei carburanti.
Per raccontare questa case history serve però partire dal passato, da dove tutto è iniziato. La storia aziendale inizia attorno al 1920 quando Noè Dalla Bernardina aprì la sua officina e collocò all’entrata il primo distributore stradale di benzina del paese. Per insegna aveva la mitica conchiglia Shell, che rimase la società “di famiglia” fino agli anni Cinquanta, quando Arturo, il figlio, stipulò nuovi contratti con la società di Stato Agip. Alla sua morte, nel 1982, i figli Gianni e Marcello si divisero i compiti aziendali. Quindi è iniziato il processo di acquisizione di nuovi spazi e di diversificazione dei business con la costruzione della struttura alberghiera a quattro stelle DB Hotel Airport & Congress, con annessa struttura ristorativa. Un processo in corso a tutt’oggi.
“Il complesso di società che avevamo creato aveva bisogno di un’evoluzione, dovevamo passare dal sistema familiare ad uno manageriale, anche in ottica di agevolare il ricambio generazionale”, spiega Marco Dalla Bernardina, attuale dirigente dell’azienda di famiglia, impegnato nella strutturazione aziendale verso il futuro, verso la terza generazione. “La società iniziale non bastava più, è stata fondata una holding nella quale confluiscono le società di famiglia: sia quella immobiliare, sia quella petrolifera, che a sua volta ha altre due società partecipate. Così, è stato necessario avviare un percorso di formazione, consulenza e supporto con Fòrema, durato circa sei mesi, ma che proseguirà anche oltre con aziende partner per definire i ruoli e le responsabilità nel nostro percorso di crescita”.
Va infatti precisato che la legge 231 del 2001, una disciplina tesa alla responsabilizzazione delle imprese anche in merito ai danni subiti dai dipendenti in sede lavorativa, non è focalizzata solo sul tema degli infortuni sul lavoro, ma anche sull’importanza delle organizzazioni complesse di darsi degli organigrammi e delle responsabilità personali e specifiche per ogni area di interesse.
“Noi abbiamo utilizzato la norma per capire meglio come organizzare la nostra azienda”, spiega ancora Dalla Bernardina. “Sono passaggi fondamentali, che vanno fatti con ordine. Se prima l’azienda era gestita da due soci che decidevano in autonomia, adesso c’è un cda e ci sono degli iter che vanno seguiti. Per alcuni dipendenti storici, che mi hanno visto crescere e che considero della famiglia, non è stato facile capire il processo: in futuro dovranno, per chiedere delle cose, parlarne con il manager. Ma la consapevolezza di tutti è fondamentale”.
Oggi l’azienda opera su diversi livelli. Dal 1988 è aperta l’area di Sommacampagna. Successivamente era stato aperto anche il distributore sulla tangenziale proveniente da Verona (1994), il terzo a Lugagnano di Sona (1997), e via di seguito a Caselle di Sommacampagna, San Giovanni Lupatoto, Via Bionde a Verona, San Martino Buon Albergo, Costermano, Via Legnago (VR), fino ad arrivare all’ attuale grande ampliamento della stazione di servizio di Sommacampagna al metano gassoso, al gpl e al nuovo mercato green del GNL (metano liquido) per l’alta portata.
Si è posto anche un tema di controllo dei costi e delle priorità perché adesso i Dalla Bernardina stanno avviando un modello di business nuovo, facendo evolvere i sei impianti nel Veronese da “aree di servizio” ad “aree di servizi”.
“Vogliamo creare spazi nuovi, un modello di ristorazione e accoglienza standard su tutte le nostre aree”, conclude Dalla Bernardina. “Per farlo, abbiamo bisogno di aziende e persone che sappiano gestire pompe di benzina, ristoranti, alberghi, autolavaggi, ossia business completamente diversi. Vorremmo poter accogliere i lavoratori di passaggio dando loro una ristorazione italiana e di qualità standardizzata per tutto il gruppo, ma anche spazi di lavoro in stile Starbucks. Il tutto il più automatizzato possibile e in ottica green, con l’inserimento del biodiesel e delle colonnine di ricarica. In questa ottica mi sento di dire che abbiamo avviato il processo di certificazione per la 231 non tanto per rispettare la legge, quanto per gestire nel modo migliore possibile un business che dalle origini ad oggi è completamente cambiato. E i risultati sono stati ottimi”.